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Nonna Alberta viveva ad Ascoli Piceno ed i suoi piatti della tradizione sono sempre stati i cappelletti in brodo e le olive all’ascolana, tutto rigorosamente fatto in casa. Quando andavamo a trovarla ero sempre contenta perché ero innamorata della sua casa (il bagno era la mia stanza preferita, tutto, ma tutto marrone!), ed in soggiorno aveva una piccola scatolina di ceramica sempre piena di liquirizie gommose. Non ho fotografie di ricordi e tradizioni di famiglia, ma proverò a raccontarveli.
Arriva sempre il momento in cui ti rendi conto che quella tradizione, se non la apprendi, potrebbe perdersi nel tempo. Un giorno andai da nonna e le chiesi di insegnarmi perché, senza saperlo, quella tradizione era qualcosa a cui ero affezionata ed era qualcosa che avrei voluto mantenere.
2020, e le nostre vite vengono stravolte dalla pandemia.
Salta il viaggio in Thailandia pianificato un anno prima, cambiano le nostre abitudini. Siamo chiusi in casa, poi possiamo uscire ma solo sotto casa, la scuola chiusa, usciamo solo con la mascherina. Le nostre vite vengono stravolte.
Natale, fino alla fine senza fare programmi con la speranza di poter riabbracciare i nostri genitori, nonna, fratelli e nipoti in Abruzzo. Zona arancio. Lockdown nazionale. Ancora una volta la non prevedibilità degli avvenimenti ha la meglio. Bloccati in Lombardia.
“Vorrei che i miei figli sapessero che a Natale ci saranno sempre cappelletti in brodo ed olive all’ascolana, per me il Natale è anche questo. Vorrei che anche loro avessero delle tradizioni come punti fermi”.
Recupero la ricetta dalla mia mamma ed un pomeriggio mi metto a lavoro con i miei piccoli aiutanti con la speranza che, anche se diverso, sarà un Natale accogliente.
Non è stato semplice o facile realizzare quello che abbiamo realizzato, ma è stato divertente ed ho capito una cosa importante.
La tradizione alla quale mi sono aggrappata mi ha restituito serenità e calma in un momento di tristezza.
Tenere vive le tradizioni, con le quali sono cresciuta, può aiutarmi in momenti difficili a trovare quel calore e quel sorriso che a volte non è facile trovare.
Avrei tanto voluto avere delle fotografie mentre facevo i cappelletti con la mia nonna.
Ho capito che le fotografie dei ricordi e delle tradizioni di famiglia possono essere un modo per essere più vicini anche quando si è distanti. Le foto che ho scattato sono recenti, ma è un inizio e mi permettono di sentire e toccare quello che preparavo con la mia nonna quasi 20 anni fa.
Buone feste a tutti, e che si possa tornare ad una vita serena e spensierata.
ps.: chi volesse la ricetta può scrivermi! 😉